Comunemente è chiamato dente di leone, per la forma dentellata delle foglie. Cresce spontaneamente e a primavera il giallo dei suoi fiori spicca nei prati. Ma il tarassaco è noto anche per i soffioni, che sono come piccole mongolfiere a bordo delle quali i suoi semi si propagano lontano con la forza del vento. Apprezzato fin dall’antichità per le sue proprietà depurative, il tarassaco ora, grazie a uno studio condotto all’Università di Trento, dà ispirazione all’ingegneria. Per la prima volta, infatti, è stata misurata in laboratorio la capacità dei soffioni immersi in acqua di immagazzinare aria. Una scoperta che apre la strada allo sviluppo di nuovi dispositivi e di soluzioni tecnologiche avanzate con possibili applicazioni, ad esempio, per garantire una respirazione ottimale durante immersioni subacque rapide. Lo studio è stato coordinato da Nicola Pugno, professore dell’Università di Trento e coordinatore del laboratorio sui materiali bio-ispirati al Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica.
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